Intervista a Daniele Coser
Lo abbiamo chiesto a Daniele Coser, allenatore giovanile.
In base alla tua esperienza di direttore tecnico, come giudichi il livello del tamburello giovanile trentino?
Il settore giovanile del tamburello trentino è assolutamente di grande livello. Basta vedere i risultati ottenuti nelle varie competizioni, fra finali nazionali giovanili e coppa delle regioni. Abbiamo vinto tantissimo sia a livello maschile che femminile. Poi non ci dimentichiamo i giovani 16/17enni che militano nelle categorie superiori serie D/C/B/A, segno che in questi anni le varie società ed i loro tecnici hanno lavorato molto bene.
Cosa vuol dire per te allenare i settori giovanili?
Credo che per chi pratica o ha praticato questo sport, allenare una squadra del settore giovanile sia la cosa più bella in assoluto. Lavorare con i ragazzi è qualcosa che dà delle soddisfazioni immense ed allo stesso tempo ti consente sempre di metterti in gioco, allenamento su allenamento, perché non ci sono persone più scaltre ed astute dei piccoli/e. Loro, dopo i primi dieci minuti ti hanno già fatto la radiografia e pesato, hanno capito con chi avranno a che fare e soprattutto qual è il tuo punto debole. Insomma se vuoi qualcosa da loro intanto gli fai vedere che tu sei in grado di farlo, questo vale in tutti gli esercizi dalla corsa al colpo al comportamento in campo, dal comportamento in panchina ecc. ecc. Insomma una bella sfida carica di enormi responsabilità. Per non parlare del settore femminile che è tutto un altro pianeta, dove devi lavorare il doppio per avere risultati. Senza aver la visibilità di una maschile.
Quanto è difficile insegnare a ragazzi giovani uno sport non facile come il tamburello che prevede concentrazione, classe, forza precisione e tanto alto
Allenare i settori giovanili richiede tantissimo tempo e un grande impegno. I ragazzi arrivano sportivamente parlando puliti, la maggior parte di questi sono piccoli dai 6 anni in su e giustamente non hanno nessuna idea di cosa voglia dire giocare a tamburello. Cercare di dar loro un’impostazione è molto difficile. Se poi pensiamo che il nostro sport per eseguire un qualsiasi colpo decente si devono mettere d’accordo in una frazione di secondo anzi tante volte anticipare il colpo, occhi, gambe, piedi, braccia e soprattutto testa, ecco insegnare/spiegare e far capire in modo ludico ad un ragazzino i movimenti base del tamburello diventa una gran bella sfida. Pertanto un allenatore del giovanile è sempre alla ricerca di un qualcosa che solleciti la mente dei ragazzi. Ogni allenamento va diversificato il più possibile per dare nuovi stimoli, perché senza questi non si divertono e pertanto cala la concentrazione e a questo punto poi puoi andare tranquillamente a farfalle.
Obiettivi della tua squadra per questo campionato indoor?
La mia squadra è formata da otto piccole grandi atlete che vanno dai 9 ai 12 anni. Partecipiamo a due campionati indoor, nelle categorie giovanissimi ed esordienti. Per farle crescere le faccio giocare tutte. Il mio obiettivo e quello della S.S. Aldeno rimane solamente quello di farle crescere senza mettere alcun tipo di pressione, certo che i nostri campionati c’è li giochiamo mettendoci il massimo impegno, però per le sconfitte e le vittorie e tutto il resto c’è tempo. Se poi riusciamo a vincere il girone regionale ed andare a giocarci gli interregionali ben venga, è tutta esperienza.